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martedì 21 aprile 2009

Il fumo rende più vecchi, eccone la prova

Il processo d'invecchiamento che il fumo di sigaretta provoca nell'organismo è simile a quello indotto della sindrome di Werner, una malattia genetica rara che porta le cellule del corpo umano ad invecchiare prima del tempo.
A rivelarlo è uno studio apparso sulla rivista American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, che ha messo in relazione gli effetti provocati dal fumo sulle cellule dell'organismo con la mutazione genetica legata alla sindrome di Werner, che interessa un gene chiamato WRN. Analizzando dei campioni di cellule prelevate dai polmoni di individui fumatori e affetti da enfisema polmonare, i ricercatori hanno verificato una carenza intracellulare di proteine WRN, un difetto comunemente riscontrato negli individui affetti da sindrome di Werner. L'espressione del gene WRN nelle cellule dei fumatori, sottolineano i ricercatori, è assolutamente regolare, tuttavia le loro cellule sembrano essere incapaci di sintetizzare la proteina WRN, che nell'organismo ha il compito di proteggere e riparare alcune sequenze di DNA. In genere, gli individui affetti da sindrome di Werner cominciano ad invecchiare già durante la pubertà e all'età di 20 anni mostrano i primi capelli bianchi e le prime rughe sulla pelle. Chi soffre di questa malattia, sostengono gli autori, solitamente tende a morire intorno ai cinquant'anni a causa di disturbi cardiaci o di tumore. Un rischio a cui, purtroppo, si sottopongono anche i fumatori poco convinti dei pericoli che si celano dietro ogni sigaretta.

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