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venerdì 21 agosto 2009

I blog non sono più regno dell'anonimato: Google condannato a svelare una identità


A New York una modella vince causa contro blogger che la offendeva e scopre che si trattava di una sua conoscente

ROMA (19 agosto) - Potrebbe essere una sentenza che fa giurisprudenza, quella emessa dalla Corte Suprema di New York contro Google. Una sentenza che mette a rischio l'anonimato nel mondo dei blogger, ma che sicuramente ne ha messo nei guai uno. Quello che sul blog "Skanks in New York City" ("strappone a New York"), pubblicato sulla piattaforma blogger.com di proprietà di Google, offendeva Liskula Cohen, 37enne modella canadese che ora ha vinto la sua battaglia legale contro il colosso di Mountain View, costringendolo a svelare l'identità del blogger.

Nell'agosto 2008 Liskula Cohen, residente a New York, apparsa in copertina su Vogue ed Elle, era stata diffamata sul blog che ne pubblicava alcune foto con commenti tipo «forse era sexy dieci anni fa», «psicotica, bugiarda, puttana», «la disperazione trapela dalla sua anima, sempre che ne abbia una». La Cohen si era rivolta al tribunale di New York per chiedere a Google di smascherare il detrattore. «Se qualcuno ti attacca per strada tu non lo lasci andare come se niente fosse, come potevo ignorarlo?», ha spiegato la modella a Good Morning America.

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