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domenica 20 febbraio 2011

"Libia, i morti sono oltre 285" Razzi contro i manifestanti

Il bilancio, superiore a quelli forniti dalle organizzazioni internazionali, arriva da fonti mediche. Contestazione senza precedenti nel paese di Gheddafi, che cerca di resistere con la forza alle proteste libertarie. A Bengasi rpg sparati sulla folla. Gruppo islamico ha preso in ostaggio poliziotti e civili nell'est del Paese. Tripoli minaccia l'Europa di interrompere la collaborazione sull'immigrazione. La Farnesina: "Non partite"

TRIPOLI - Gravissimo il bilancio delle violenze in Libia: se Human Rights Watch, l'organizzazione per la difesa dei diritti umani basata a New York, alza a 104 il numero di morti registrati a Bengasi in quattro giorni di scontri fra manifestanti anti-regime e forze di sicurezza, le cifre riferite da fonti giornalistiche sono ancora più allarmanti. Il sito del quotidiano britannico Independent segnala la circolazione di "altre informazioni", secondo cui ci sono "200 morti e più di mille feriti": lo riferisce al quotidiano un testimone, Ahmed Swelim, il cui cugino lavora in ospedale. E fonti mediche dell'ospedale di al-Jala di Bengasi hanno riferito che i morti sono 285 e oltre 700 i feriti. Lo ha detto il medico Nabil al-Saaiti, che, in un collegamento telefonico con l'emittente qatariota, spiegando che "ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell'ospedale per identificarli". 

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