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giovedì 24 febbraio 2011

Sesso in cella per dieci anni Un’assassina tra le preferite

Carcere a luci rosse: le carte segrete su direttore e agenti

Ana Marleholm in una foto del 2003
«Gemma Benetello, detenuta dal 2001 al 2007, ricorda che sin dai primi tempi, la notte, sentiva che venivano aperte delle celle e le detenute uscivano per poi rientrare dopo qualche ora. Non riusciva a vedere chi venisse ad aprire, ma tra le detenute stesse si diceva che le donne andassero a consumare rapporti sessuali con le guardie». Gemma Benetello è un’insegnante di musica in pensione, che nell’agosto di dieci anni fa, cinquantenne, strangolò a Sanremo l’anziana Lisette Schaeffer, perché non voleva riassumerla come badante. E però diventa una delle testimoni che hanno alzato il velo sul carcere a luci rosse di Pontedecimo. Dove, si scopre adesso, per anni decine di recluse avrebbero dovuto concedersi all’ex direttore Giuseppe Comparone (oggi in pensione) e forse ad alcuni agenti. Consumando rapporti sessuali nelle cucine, in alloggi privati, in auto, persino in un «boschetto». L’unico obiettivo delle “vittime” era garantirsi un permesso in più o migliori condizioni dietro le sbarre. E anche un’assassina sarebbe stata premiata per il suo silenzio.
Comparone, nei giorni scorsi, è stato condannato a 2 anni e sei mesi per corruzione a sfondo sessuale e falso. Ora, dalle motivazioni della sentenza, nuove clamorose rivelazioni.

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