Pagine

domenica 16 ottobre 2011

Ultrà del calcio e antagonisti dal Sud

Chi sono i violenti

La folla li insulta e cerca di fermarli

ROMA - Accanto al negozio Super Elite, che pagherà a caro prezzo la propria ragione sociale, c'è un piccolo slargo. Alle 14.35, dieci minuti dopo la partenza del corteo, finisce il tempo della finzione. I ragazzi sono giovani e saranno una cinquantina almeno. Depongono gli zaini e ne estraggono maschere antigas, felpe e passamontagna neri. Sfilano i caschi dalla cintura e se li mettono in testa. Fino a quel momento erano in abiti «civili», persi dietro al camion che apriva lo spezzone di San Precario, il secondo a partire. Uno di loro comincia a scuotere il cartello del divieto di sosta, lo strappa dall'asfalto e punta verso le vetrine. Le intenzioni sono chiare. 

Una donna con la maglietta «partigiani per sempre» è l'unica a piantarsi davanti al gruppo. «Cosa state facendo, siete impazziti»? Le danno uno spintone, quasi la gettano a terra. La gente che assiste alla scena si ribella. «Fascisti» urlano contro i ragazzi in nero, «sarà contento Berlusconi». Come se nulla fosse. C'è un lavoro da fare, e lo fanno. Le vetrine vanno in mille pezzi, con le commesse rannicchiate sotto al bancone che piangono di paura. Esproprio, saccheggio. Gli incappucciati escono dal negozio e lanciano alla folla il bottino. Pacchi di pasta, confezioni di filetto e salmone. Nessuno li raccoglie.

Continua qui

Nessun commento:

Posta un commento