Pagine

sabato 21 aprile 2012

Quei maxi prelievi di Daccò 150mila euro per la vacanza d'oro

Non solo sei carte di credito, il faccendiere ritira un fiume di denaro cash per i soggiorni con Formigoni. Il nuovo fronte dell'inchiesta: soldi usati per corrompere pubblici funzionari

di PAOLO BERIZZI e DAVIDE CARLUCCI

MILANO - Ci sono le carte di credito, su cui risultano i pagamenti dei viaggi di Roberto Formigoni. Ma ci sono anche i prelievi in contanti. Molto consistenti. Fino a 90mila euro alla volta, per un totale di 2 milioni. Dall'analisi dei movimenti bancari dei numerosi conti correnti di Pierangelo Daccò, il faccendiere arrestato per il crac del San Raffaele e per la distrazione all'estero dei soldi della fondazione Maugeri, emerge una sospetta corrispondenza tra il fiume di denaro cash attinto dai conti personali e i viaggi che lo stesso Daccò finanziava per sé e per il gruppo vacanze Formigoni & Co. È il nuovo fronte dell'inchiesta milanese e ruota attorno a un dubbio: che il faccendiere non si limitasse a far sparire valuta, ma corrompesse, con banconote e trasferte di piacere (ce n'è anche una in Patagonia, nel 2007, da 20mila euro) pubblici funzionari.

Continua qui

Formigoni è sempre più isolato adesso invoca il popolo dei fax

Nessun commento:

Posta un commento