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lunedì 14 gennaio 2013

Vaticano, conto «sospetto» da 40 milioni dietro al blocco di bancomat e carte

Scoperta l'entità dei flussi dei Pos: Sul deposito alla Deutsche Bank non è possibile applicare la norma antiriciclaggio

 

ROMA - Si gioca su oltre 40 milioni di euro l'anno la partita tra Santa Sede e Banca d'Italia per l'autorizzazione a utilizzare Bancomat e carte di credito. È questa l'entità della movimentazione che risulta dai documenti contabili acquisiti dalla procura di Roma prima di segnalare quelle «anomalie» che hanno portato al blocco di tutti i Pos degli esercizi commerciali che si trovano all'interno del Vaticano. Si tratta di ben ottanta «punti vendita», dai Musei alla farmacia, passando per decine di negozi e anche per lo spaccio. Per loro il colpo subito è gravissimo visto che dall'inizio dell'anno i pagamenti possono avvenire soltanto in contanti e ciò - tenendo conto dei milioni di turisti e visitatori che arrivano costantemente - sta causando serie difficoltà e anche perdite economiche. Ma sembra assai difficile, se non impossibile, che il servizio possa essere nuovamente garantito. Anche perché quanto accaduto riporta in primo piano le «carenze» nel sistema antiriciclaggio dello Ior, l'Istituto per le opere religiose, già evidenziate dai pubblici ministeri titolari dell'inchiesta sulla correttezza delle operazioni bancarie effettuate sui conti intestati a religiosi. Sono gli atti a svelare che cosa è accaduto prima che si arrivasse a questa iniziativa senza precedenti.  


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