Pagine

venerdì 22 febbraio 2013

Imu, la Svizzera smentisce Berlusconi "Nessun accordo fiscale"

LUGANO - La Svizzera gela la promessa elettorale di Silvio Berlusconi di restituire agli italiani i 4 miliardi di euro versati per l'Imu sulla prima casa. Un'operazione che avrebbe dovuto ottenere la copertura finanziaria nei soldi che sarebbero rientrati dalla Confederazione elvetica grazie all'accordo fiscale tra Berna e Roma. Accordo che, stando al leader del Pdl, si potrebbe concludere in tempi molto brevi: "La restituzioni dei soldi è certissima - ha ribadito proprio questa mattina l'ex premier -. La questione dei soldi non esiste. Parliamo dello 0,5% dei costi dello Stato e poi c'è l'accordo che stiamo trattando con confederazione elvetica". A gettare acqua sul fuoco del Cavaliere però ci ha pensato proprio la stessa ministra elvetica delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, rispondendo ad una lettera della deputata socialista Ada Marra al Parlamento federale. "Ho scritto alla signora Widmer-Schlpumpf, stupita del fatto che i miei colleghi parlamentari non fossero a conoscenza del fatto che già circolassero delle cifre, sull'accordo", spiega la deputata, riferendosi ai 25/30 miliardi di euro che, nelle intenzioni di Berlusconi, dovrebbero costituire l'ammontare dell'imposta liberatoria, prelevata dalle banche dai conti dei clienti italiani e, quindi, versati all'Agenzia delle entrate. "Facendo parte della Commissione Economia del legislativo svizzero, ero curiosa di capire chi stesse bluffando, se il nostro Governo o il signor Berlusconi", dice Ada Marra. Ieri, nella risposta alla sua lettera, Eveline Widmer-Schlumpf, ha sciolto ogni dubbio. "A causa del periodo elettorale in Italia, considerata l'incertezza sull'esito del voto, al momento è difficile prevedere quando si concluderà il negoziato, iniziato con il Governo Monti", ha precisato la ministra svizzera finanze. Per poi aggiungere, raffreddando definitivamente le velleità del Cavaliere, che "comunque, pur ammettendo che l'accordo venga firmato entro la fine di quest'anno, è difficile pensare che possa entrare in vigore, prima del gennaio 2015".

Continua qui

Nessun commento:

Posta un commento