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lunedì 5 maggio 2014

Genny ‘a Carogna e la trattativa ‘Stadio-Mafia’ che non deve continuare

Così dopo la trattativa “Stato Mafia”, abbiamo ora la trattativa “Stadio Mafia”, e in entrambi i casi, non c’è nulla di confortante per chi ancora crede nello stato di diritto e nella Costituzione. Le scene viste in tv, in occasione della finale di Coppa Italia, hanno inferto una ferita grave alla legalità repubblicana.

Un gruppo di “carogne“, per usare i loro soprannomi, ha sequestrato uno stadio, ha condotto una trattativa pubblica, ha deciso modi e tempi del fischio di inizio. Era già successo nel passato e proprio per questo il bis è stato ancor meno gradevole.
Non sono mancate le reazioni giustamente sdegnate, ma restano le domande di sempre: perché, in questi anni, gli stadi sono diventati luoghi nei quali è possibile inneggiare al nazismo, al fascismo, al razzismo, all’antisemitismo? Perché le “carogne” sono sempre a piede libero e di quali coperture godono, dentro e fuori gli stadi?

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