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sabato 2 gennaio 2016

Arabia Saudita, 47 giustiziati. L'uccisione dello sceicco al-Nimr scatena l'ira dell'Islam sciita

Rabbia dell'Iran, che ammonisce: "La sua morte vi costerà cara". La monarchia saudita è tra i governi con il più alto numero di esecuzioni nel mondo

RIYAD - L'Arabia Saudita comincia il 2016 con quarantasette esecuzioni capitali, tra cui quella di un noto religioso sciita, scatenando la rabbia dell'Iran e le proteste delle fazioni sciite in Iraq, Libano, Yemen e Bahrein.

Per il governo saudita molte delle persone condannate a morte e giustiziate sarebbero state coinvolte in una serie di attentati compiuti da al-Qaeda tra il 2003 e il 2006. Ma alcuni di essi erano oppositori del regime ultraconservatore e a maggioranza sunnita. Secondo i dati di Amnesty International, l'Arabia Saudita è tra i Paesi con il più alto numero di esecuzioni nel mondo, secondo solo a Cina e Iran: dal 1985 al 2005 sono state messe a morte oltre 2200 persone. Da gennaio ad agosto 2015, le esecuzioni sono state più di 150. Le condanne sono state eseguite tramite decapitazione.


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