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giovedì 3 marzo 2016

Libia: uccisi due italiani dei quattro rapiti. Testimone: "Usati come scudi umani dall'Is"

Vittime Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti dell'impresa Bonatti, sequestrati nel luglio 2015. Vivi i colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. Il cordoglio della presidente della Camera


ROMA - Sono ore di attesa, di riscontri, di angosciosa attesa e, inevitabilmente, anche di polemiche e strumentalizzazioni, quelle che si inseguono a proposito dello scontro a fuoco a Sabrata, nell'ovest della Libia. Il bilancio è di due italiani uccisi: si tratta di Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti della società di costruzioni Bonatti. Altri due sono vivi, ma ancora nelle mani dei sequestratori. I quattro tecnici italiani erano stati rapiti nel luglio 2015. Non sono ancora chiare le dinamiche di quanto accaduto, nè se i sequestratori fossero dell'Is. Le poche certezze di questa vicenda arrivano da quanto riferito da Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, presso cui s'è recato Marco Minniti, sottosegretario ai servizi segreti.

Due vittime. "I corpi dei due italiani uccisi in Libia ci auguriamo che siano presto in Italia. Pensiamo che possa accadere in tempo breve", ha detto Stucchi.

Gli altri due italiani vivi, ma prigionieri. Sono vivi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, gli altri due italiani rapiti in Libia. È quanto ha riferito Minniti al Copasir. "È una situazione molto delicata - ha aggiunto - dobbiamo rispettare un rigoroso silenzio: ci sono altre due persone oggetto di sequestro, vogliamo poterle riportare a casa senza altri episodi drammatici". "La priorità è salvarli".


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