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domenica 13 marzo 2016

L'invasione del miele cinese. Un vasetto su due è straniero


 L'invasione del miele cinese. Un vasetto su due è straniero

Cresce la produzione domestica, ma anche l'import. Coldiretti: bene le etichettature, ma è un problema quando si usa come ingrediente. Il comparto nazionale conta 50mila apicoltori, con 1,39 milioni di alveari e un giro d'affari stimato di 70 milioni di euro

MILANO - Siamo abituati a vedere ormai una quantità enorme di prodotti etichettati come "Made in China". Se si tratta di elettronica, componentistica, abbigliamento è una dicitura che ci suona ormai come familiare. Ma è un po' più difficile ammettere che un barattolo di miele su due in vendita in Italia è stato in realtà prodotto all'estero, per effetto del record nelle importazioni che hanno raggiunto la quantità di 23,5 milioni di chili nel 2015, con un aumento dell'11 per cento rispetto all'anno precedente. E in questo panorama, emerge una vera invasione con gli arrivi che nel 2015 hanno raggiunto il massimo di sempre e provengono principalmente dall'Ungheria con 7,4 milioni di chili, seguita dalla Cina con 4,8 milioni di chili, quasi il doppio rispetto allo scorso anno, e poi dalla Spagna che con 2,3 milioni di chili sorpassa la Romania, comunque in crescita con 1,9 milioni di chili.

I dati arrivano dalla Coldiretti su base Istat. "La produzione in Italia - sottolinea la Coldiretti - ha peraltro visto un netto aumento con quantità stimate che si aggirano nel 2015 sui 23 milioni di chili di un prodotto importante in quanto tale ma anche per l'essenziale lavoro di impollinazione delle api, perché come diceva Albert Einstein: "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita".

 

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