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mercoledì 27 aprile 2016

Il nucleare francese travolto dai debiti. «La probabilità di un incidente non è mai stata così elevata»

Realacci: «Lo stop al nucleare ha salvato Enel. Il futuro: innovazione risparmio energetico e rinnovabili»


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Secondo i no-nuke francesi di Réseau “Sortir du nucléaire“  e l’Autorité de sûreté nucléaire, a 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, «Un grosso incidente nucleare è possibile in Francia e la sua probabilità non è mai stata così elevata», anche perché EDF sta crollando sotto il peso dei suoi debiti atomici. Per evitare questo scenario da incubo il governo francese è corso in aiuto della compagnia elettrica – della quale detiene l’85% – con un finanziamento che copre i tre quarti della ricapitalizzazione da 4 miliardi del gigante nucleare. Liberation dice che questo «permetterà all’impresa di evitare il peggio e di assicurare le fini del mese per due o tre mesi a venire. Ma dopo? Questo piano di emergenza non risponde evidentemente a tutti gli interrogativi sullo stato di salute reale dell’impresa EDF».  E infatti EDF è crolla in Borsa a Parigi, perdendo l’11,1%,nella prima seduta dopo l’annuncio dell’aumento di capitale e il mercato ha quindi bocciato la politica del governo francese per salvare quella che ormai sembra un’industria decotta, pericolosa e costosissima da dismettere. Il gruppo guidato da Jean-Bernard Levy, che in Italia controlla Edison, è in grandi difficoltà dopo la decisione di rilevare, per circa 2,5 miliardi, le attività di progettazione e costruzione dell’altro colosso del nucleare statale Areva, anche lui nei guai per investimenti sbagliati nelle miniere di uranio.

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