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sabato 27 gennaio 2018

Espropriati e beffati dal Terzo valico: “Mai visti i soldi che ci spettano”.

Dopo sei anni di battaglie e dopo aver ceduto le loro proprietà a Cociv e Rfi, devono ancora ricevere le somme: “Ci hanno detto che sono stati depositati ma non li abbiamo ricevuti”

Sarebbero in molti, dopo quasi sei anni di battaglie attraverso presidi popolari, avvocati e trattative, i cittadini che, espropriati da Cociv e Rfi per i lavori del Terzo valico, non hanno ancora visto un soldo. Nell’estate del 2012 il Cociv fece la sua comparsa in Valle Scrivia, a Libarna, nel Comune di Serravalle Scrivia, con i suoi tecnici ma davanti ai cancelli della villa di Jole Perassolo, la prima espropriata, trovò decine di manifestanti decisi a bloccare, come poi avvenne, le prime procedure di esproprio. Nelle settimane precedenti, senza alcun preavviso, furono decine le famiglie che ricevettero la lettera con la quale si annunciava che parte di terreni, cortili, giardini sarebbero stati presi per la realizzazione dei lavori del Terzo valico, sia stradali che per i cantieri. All’inizio, l’opposizione fu quasi totale, anche perché i soli a spiegare cosa stava succedendo a queste persone erano i comitati No Tav, che riuscirono a far rinviare di mesi le procedure. Alla fine, i proprietari hanno ceduto, anche perché, dal punto di vista legale, il Cociv e Rfi avevano il coltello dalla parte dei manico. Oltretutto, le due società misero sul piatto un bel po’ di soldi, almeno in alcuni casi.

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